RITRATTI DI CASA REALE DI CESARE TALLONE E RISCOPERTA DOCUMENTALE DI DUE RITRATTI INEDITI ALLA REGINA MARGHERITA
Di Gigliola Tallone, 16 Maggio 2024.

Telegramma della Marchesa di Villamarina, prima dama d’onore delle Regina Margherita, 4 novembre 1890
TESTO PUBBLICATO NEL CATALOGO DELLA MOSTRA DI VILLA BASSI RATHGEB. ABANO TERME. “RITRATTI DI CESARE TALLONE TRA OTTO E NOVECENTO. DONNA, MUSA, ARTISTA. 14 SETT. 2024-9 FEBB. 2025.
RITRATTO DI RE UMBERTO
olio su tela, cm 220x150, 1879 Donato da Cesare Tallone al Municipio di Alessandria. Dipinto l’ultimo anno della frequentazione dell’Accademia di Brera e menzionato da Tallone alla Commissaria dell’Accademia Carrara di Bergamo nella lettera del 23 febbraio 1885 con l’elenco di alcuni quadri eseguiti nei 5 anni dal termine dell’Accademia, tra i quali “Ritratto di S.M. Re Umberto, figura intera al vero eseguito per il Municipio di Alessandria”. Fino allora non attribuito, probabilmente perché spostato in diverse sedi, viene rintracciato e fotografato ad Alessandria il 2005 su mia segnalazione. Pubblicato nella monografia Electa 2005.
RITRATTO DI SUA MAESTÀ LA REGINA MARGHERITA IN COSTUME DI ALPINISTA, 1889 IL PRIMO RITRATTO
La Gazzetta Provinciale di Bergamo il 12 settembre 1889 diffonde la notizia dell’invito telegrafico al prof. Cesare Tallone a recarsi a Monza per fare il ritratto a S.M. la Regina. L’allievo di Tallone Edoardo Berta scrive a Pellizza da Volpedo il 28 settembre1889 “ho ricevuto un biglietto da Monza del sig. professore dove mi dice che da tre settimane si trova alla corte a fare il ritratto di S.M. la Regina di commissione della stessa”. Il 7 novembre la Gazzetta Provinciale di Bergamo pubblica la minuziosa descrizione del ritratto, eseguito nella sala gialla della Villa di Monza, specificando anche la natura della commissione: “Sua Maestà volle essere ritratta in costume di alpinista, essendo intenzionata di regalare questo lavoro al barone Peccoz, di cui fu ospite nelle sue incursioni a Gressoney”. Il giornale aggiunge anche “la graziosa sovrana ha espresso il desiderio che il prof. Tallone eseguisca un altro ritratto per donarlo alla duchessa di Genova”. Il ritratto in veste di alpinista, descritto dalla stampa bergamasca il 7 novembre 1889, purtroppo ad oggi non è stato rintracciato.
RITRATTO DI SUA MAESTÀ LA REGINA MARGHERITA IN VESTE UFFICIALE
Olio su tela, cm 267x145 firmato b/s C. Tallone 1890. IL SECONDO RITRATTO Il ritratto in veste ufficiale destinato alla nipote, duchessa di Genova, che ora si trova in una splendida collocazione a Palazzo Chiablese in Torino, casa natale della regina, e datato da Cesare Tallone sulla tela 1890, è il secondo ritratto di S.M. Regina Margherita, iniziato subito dopo il primo. Il figlio del pittore Cesarino riporta un aneddoto gustoso: la regina voleva farsi ritrarre con un grande cappello, ma Tallone, che durante le pose interloquiva in piemontese con la Regina, per convincerla ad abbandonare l’idea le ha detto “Maestà, el capel a pasa ed moda”. Geo Renato Crippa, riporta le parole di Tallone “il dipinto sarà presto riprodotto: pittura sana, composta, valorizzata da toni bassi ma caldi. Usare bravura, pennellate lunghe, cariche a striscio tipo sciabolate, niente, niente, proprio nessuna prova di abilità o maestria. Ho lavorato sudando, correttamente.” Pare la non troppo velata critica alla maniera “a sciabolate” del Boldini. Dai suoi allievi che seguivano attentamente il loro professore, sappiamo che il maggio 1890 è ancora a Roma. Il Bonomelli scrive a Pellizza “il ritratto alla Regina è piaciuto e il professore ricevette un’altra commissione”. (Bonomelli a Pellizza 18.5.1890). Pubblicato Electa 2005
RITRATTO DI SUA MAESTÀ LA REGINA MARGHERITA IL TERZO RITRATTO - INEDITO Sono sopraggiunte lettere e telegrammi inerenti il rapporto del pittore con la casa Reale, ritrovate tra carte di famiglia in Alpignano, a distanza di 20 anni dalla pubblicazione della mia monografia dedicata a Cesare Tallone il 2005. Un affascinante carteggio, rivelatore di un nuovo ritratto commissionato dalla Regina, il terzo, successivo a quello destinato alla nipote. È probabile che la notizia data dal Bonomelli il maggio 1890 “il ritratto alla Regina è piaciuto e il professore ricevette un’altra commissione” si riferisse proprio alla commissione di questo ritratto: nella lettera inviata a Cesare Tallone il 10 agosto 1890, da Pont St. Martin Gressoney, la Marchesa di Villamarina acclude 5000 lire e, chiedendo di accusarne ricevuta, domanda “…se il ritratto sia già ben avviato e se Sua Maestà può sperare di averlo a Gressoney prima del 25 corrente, giorno in cui probabilmente la Maestà Sua dovrà lasciare questi monti…” Accenna anche alla fotografia che S.M. la Regina ha fatto eseguire appositamente per il ritratto e se sia piaciuta. In risposta alla lettera della Marchesa abbiamo una minuta di Tallone in cui dice “avrei però bisogno che sua Maestà la Regina si facesse fare una fotografia dal vero colla identica posa del ritratto grande”. Evidentemente la prima fotografia spedita non era adeguata. Aggiunge che ha spedito al fotografo una fotografia per mettere in posa Sua Maestà, avvertendolo di mettere un fondo liscio chiaro e che la testa sia molto illuminata e chiede anche “nello spedire la fotografia a Bergamo, la prego, Ill.ma Marchesa, di unire anche la mia. Scusandosi per “il grande disturbo che reco a Sua Maestà ma con questa fotografia che spero riuscirà migliore di quella spedita, potrò fare il ritratto in poco tempo e senza bisogno di sedute dal vero.” Commissione per la nuova posa fotografica che l’incaricato Vinardi svolge solo il 28 ottobre. Tallone chiude con “Domani faccio incassare il ritratto grande da trasportarsi a Torino, e con telegramma l’avvertirò”. Così termina la minuta. A me pare chiaro che Tallone si riferisca con “il ritratto grande” da spedire a Torino a quello ufficiale, mentre mi sembra evidente che il ritratto in questione nella lettera, che la Regina vorrebbe fosse inviato a Gressoney, sia un ritratto simile a quello ufficiale, forse in dimensioni minori o a mezzo busto, per donarlo ancora al barone Peccoz. Probabilmente Tallone, oltre alle pose dal vero, per terminare rapidamente come vuole la Regina, ha bisogno di lavorare anche su fotografia, cosa che faceva raramente, solo per ritratti ufficiali o ritratti di defunti come quelli commissionati dall’Ospedale Maggiore di Milano. Il 4.11.1890 la Marchesa con un telegramma Reale avvisa Tallone “Sua Maestà dispostissima accordare sedute. Può venire a Roma quando crederà opportuno”. Va aggiunto che Tallone era occupatissimo per le commissioni di ritratti e dall’insegnamento, oltre ad avere ricevuto l’incarico il 16 agosto 1890 a rappresentare la Commissaria con il conte Suardi per la venuta di Re Umberto a Bergamo. Di questo ritratto purtroppo si sono perse le tracce. Cesare Tallone ritrarrà il barone Luigi Beck Peccoz il 1912, olio su tela, cm 122x97
RITRATTO DI SUA MAESTÀ LA REGINA MARGHERITA IL QUARTO RITRATTO - INEDITO
Tra le recentissime acquisizioni di documenti alpignanesi, custoditi da mio cugino l’editore Enrico Tallone, anche la busta datata 28 luglio 92 a Egregio Signore Cesare Tallone pittore Accademia Carrara di Belle Arti Bergamo, timbrata carteggio di S.M con la lettera recante la data 27 luglio 1892, firmata La Dama d’Onore di Sua Maestà Marchesa di Villamarina. Tale missiva svela l’identità della persona che nella minuta del 31 luglio Tallone indica come “Eccellenza”. La Marchesa accenna alla scelta tra due cartoni per il ritratto, aggiungendo che S.M. non riterrebbe inopportuna una nuova posa per alcune varianti. Con l’incarico della Regina di unire duemila lire, la Marchesa comunica la sollecitudine di S.M. per la salute della moglie Eleonora “Sua Maestà vuole le esprima il suo rammarico per la sventura da cui Ella fu colpita e insieme i suoi voti per la pronta guarigione della Sua signora”. Aggiunge “Ricevo ora Sua lettera 23 corrente. Sua Maestà di buon grado aderisce al desiderio di V.S. quindi scrivo oggi stesso per la nota commendatizia. Nella minuta della lettera del 31 luglio 1892, su carta intestata Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo, Cesare Tallone scrive “Eccellenza, Ricevetti la pregiatissima lettera di V.S.Illma. e del contenuto di lire duemila accuso ricevuta. E ringrazio vivissimamente dell’interesse che V.S.Illma si è preso per la mia povera compagna (…) Sono così lieto di poter ottenere una nuova posa di Sua Maestà la Regina per il che mi metto agli ordini di V.S.Illma, e pregandola dei miei ossequi presso S.M. e pregando di accogliere i sensi della più alta considerazione dal devotissimo Cesare Tallone.” La frase di Tallone riguardante l’interesse che V.S.Illma si è preso per la mia povera compagna è da riferirsi alla disperazione della moglie Eleonora che ha perso il secondo figlio maschio, notizia che Bonomelli scrive a Pellizza nella lettera del 29 aprile 1892, riportando che Eleonora è distrutta e Cesare a Lovere ammalato. Altri patimenti seguono a settembre con la malattia delle figlie Irene e Emilia. Eleonora sarà ricoverata in una clinica di Monza, già in attesa della figlia Teresa che nasce a Monza il 28 febbraio 1893, terza delle sorelle nate a Bergamo, come i successivi cinque figli. Tallone, non volendo lasciare la moglie stremata e gravida, avrà deciso di condurla con sé mentre era impegnato a Monza per il ritratto di casa Reale. Paolo Candiani, allievo privato di Cesare Tallone nello studio di C.so Garibaldi ricordava che Tallone gli aveva parlato di un ritratto della Regina “vestita come una Dea”: potrebbe trattarsi “della nuova posa” menzionata nella lettera del 31 luglio 1892? Purtroppo anche questo quarto ritratto non è stato finora rintracciato.
RITRATTO DI SUA MAESTÀ LA REGINA MARGHERITA
Olio su tela ovale, cm 235x 150, cornice eseguita da Giuseppe Mentessi con la corona Savoia Data presunta primi anni del ‘900 IL QUINTO E ULTIMO RITRATTO - INCOMPIUTO Questo ritratto è stato eseguito da Cesare Tallone nel suo studio di Corso Garibaldi, secondo il suo allievo privato Paolo Candiani, che fino all’inizio della Grande Guerra, godeva delle confidenze del maestro. Il ritratto incompiuto, di cui abbiamo fotografia e ne conosciamo gli eventi, mostra la Regina in vesti eleganti seppure definite solo col disegno preparatorio e primi accenni di colore, con la cornice ordinata da Tallone al collega Giuseppe Mentessi, come per molti altri quadri, ma in questo caso con la corona Savoia. La ragione per cui rimase incompiuto è emblematica della personalità di Tallone, che aveva per “la Terribile Arte”, come chiamava la pittura, la più alta devozione. Disturbato dal continuo vai e vieni di dame di compagnia e di pause con chiacchiericcio, apostrofa la Regina in piemontese “Ca bugia nen parei” (che non si muova così), getta i pennelli e abbandona lo studio, lasciando Regina e compagnia. Il quadro è sempre rimasto nello studio di C.so Garibaldi fino alla sua morte il 1919, poi acquistato da Paolo Candiani, che sarà da adulto noto architetto e Presidente dell’Accademia di Brera. Pubblicato Electa 2005.
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Tutte le fonti documentali presso Archivio Tallone, Milano.
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