| 
   
 Cesare Tallone Una vittoria del cristianesimo ai tempi di Alarico, 
            1879-1882, olio su tela, cm. 305x535, gia coll. Principe Marcantonio 
            Borghese ( opera distrutta nel 1943 a Pratica di Mare.)
 
 Lo storico Ferdinand Gregorovius, che era anche socio onorario 
            dellAccademia di San Luca, inviera una lettera di congratulazioni 
            a Tallone: Provo una vera soddisfazione mirando il suo bellissimo 
            quadro, nel quale Ella ha raccolto la mia idea cosi felicemente, 
            e cosi artisticamente lha messa in esecuzione. Me ne congratulo 
            con lei. Ella e giovane ancora, e tanto piu mi rallegro, 
            imperocche cotesta Vittoria del cristianesimo e una vittoria 
            sua propria riportata nel campo dellarte. Cio mi fa pensare 
            esser lei vocata a cogliere ancora premi maggiori
 
 Il dipinto della collezione romana (in alto a colori)perviene 
            allattuale proprietaria dal nonno, antiquario mantovano e collezionista 
            appassionato della pittura dellOttocento.
 Ringrazio la gentile signora Doretta Zacchia, alla quale porgo i miei 
            complimenti per il bel quadro di Cesare Tallone, del quale sottolineo 
            limportanza storica. Gigliola Tallone
 
 Ad esclusione della notizia inedita di questo dipinto, tutte le 
            note , bibliografia e argomenti trattati in Cesare Tallone Electa, 
            2005
 
 
 UNA ECCEZIONALE NOVITA STORICA E DOCUMENTALE
 I primi ritratti di Cesare Tallone ragazzo, prima 
            dellingresso a Brera nel 1872
 
 Molti studiosi hanno parlato del periodo giovanile di Tallone, 
            in particolare riferendosi ad Alessandria. Non avendo mai incontrato 
            suoi ritratti certi di questo periodo, anchio nel mio libro 
            Electa, 2005 ho dovuto accontentarmi di menzionare solamente quanto 
            riportato dai primi osservatori , concidente con i ricordi di famiglia. 
            A chiusura del libro per la stampa, mi sono stati sottoposti due ritratti 
            dalla gentile Prof.ssa Federica Riva, bibliotecario del Conservatorio 
            A.Boito di Parma
 
 Per conoscenza riporto qui la mia lettera. Ho confermato lattribuzione 
            del Prof. Godi, riconoscendo la indubbia mano, acerba, certo, ma inconfondibile 
            di Cesare Tallone. I due ritratti facevano parte della collezione 
            del nobile parmense Lodovico Gambara, che ne fece dono al Conservatorio. 
            Sono stati pubblicati sul catalogo e esposti alla mostra a Palazzo 
            Pigorini Addio al Ducato. Parma nelleta della destra storica 
            1860-1876, 8-30 ottobre 2005.
 
 Le schede sono della prof.ssa Riva. La datazione e da me attribuita 
            (lascio tra parentesi la precedente datazione)
 
 
   
 Cesare Tallone Giovane suonatore di violino
 1867-1872, cm. 63x69, firmato in rosso in basso a destra CT
 
 Mostra storica Parma 1860-1875.
 
 Dalle schede degli oggetti prestati dal Conservatorio di musica, a 
            cura di Federica Riva
 
 4
 
 CESARE TALLONE
 (Savona 1853 - Milano 1919)
 Giovane suonatore di violino, 1867-1872 (1882)
 
 olio su tela, cm 63x69; cornice bianca decorata in oro cm 70x76. Firmato 
            in basso a destra in rosso «CT »; nel verso su un foglietto 
            si trovano lattribuzione, il titolo e la data. Inventario storico 
            n. 2569 (targhetta sul lato).
 Conservatorio di musica A. Boito. Museo storico.
 
 Il giovane violinista scuro di capelli, più bambino che adolescente, 
            è ritratto con la mano destra nellatto di tirare larco 
            e la sinistra in posizione sul manico. Alle sue spalle si apre sullo 
            sfondo un paesaggio di colli (piemontesi ?), di cui il più 
            vicino dominato da un castello.
 Cesare Tallone, insigne pittore e direttore a Milano dell'Accademia 
            di Brera, ebbe diversi figli tra cui, attivi in campo musicale furono 
            la musicista e concertista Emilia, la pianista Ponina e Cesare Augusto, 
            costruttore di pianoforti e accordatore preferito di Gabriele D'Annunzio, 
            Arturo Toscanini e Arturo Benedetti Michelangeli. F.R.
 
 BIBLIOGRAFIA: Archivio Tallone Milano
 
 
   
 Cesare Tallone Giovane suonatore di Bombardino
 1867-1872, cm. 63x78 firmato in basso a destraCT
 CESARE TALLONE(Savona 1853 - Milano 1919)
 Giovane suonatore di bombardino, s.d. 1867-1872 [1875 ca.]
 
 olio su tela, cm 50x65 cm; cornice nera cm 63x78; firmato in basso 
              a destra «CT»; nel verso su un foglietto sono dattiloscritte 
              lattribuzione e il titolo; sul retro della cornice, lato sinistro: 
              marchio tondo con al centro «OC». Lungo tutto il retro 
              della cornice si trovano scritte a matita o a penna, datate tra 
              il 1875 e il 1878, tra cui si distinguono: sul lato sinistro «Luigi 
              Provesi 11-2-1878» e lappunto «Giovedì 
              mattina alle ore 11 [illegibile] 05 con un favore alquanto [illegibile]»; 
              seguono quattro nomi, tra cui «Rocchi», e la data «13-7-1875». 
              Sul lato inferiore, a penna: «[illegibile] Parma, 10-4-1876». 
              Sul lato destro, a matita «Mou[..] 10-11-76. Bellingeri 11-10-76». 
              In alto, timbrato in inchiostro nero «37». Inventario 
              storico 2570 (targhetta sul retro).
 Conservatorio di musica A. Boito. Museo storico.
 
 Come nel ritratto precedente il dipinto raffigura un bambino musicista, 
              biondo con occhi marroni e labbra carnose, ritratto con un bombardino 
              tenuto in mano in posizione di riposo. Ben in evidenza è 
              raffigurata solo la parte superiore dello strumento con il canneggio 
              rotondo che porta al bocchino, i cilindri e le ritorte, la campana.
 
 F.R.
 
 
 Sul retro della cornice del giovane suonatore di bombardino, 
              come si legge sulla scheda, vi sono molte annotazioni, alquanto 
              sbiadite e poco leggibili. Comunque non attribuibili a Tallone, 
              il quale, come tutti i pittori di buon senso, non avebbe mai fatto 
              annotazioni su una cornice, sapendo che si tratta di un decoro che 
              puo cambiare padrone
La mano invece e del tutto 
              simile a quella del Giovane suonatore di violino. Non ce 
              alcuna apprezzabile differenza di tempo di esecuzione, cosi 
              le due opere mi sembrano eseguite nello stesso tempo o tempi vicinissimi. 
              Trovare un anno certo e impossibile, ma dobbiamo considerare 
              la precocita di Cesare Tallone, che, quattordicenne (1867), 
              diviene aiuto del pittore alessandrino Pietro Sassi, dopo essersi 
              distinto presso la bottega dellincisore Annibale Motti, (altra 
              notizia recente direttamente dagli eredi Motti, e a mia conoscenza 
              dopo il libro), bottega nella quale Tallone e subito emerso 
              per il grande talento; da ora il nome Annibale Motti entrera 
              a far parte di quei notabili di Alessandria che appoggiarono 
              Tallone presso il Municipio di Alessandria affinche si facesse 
              carico degli studi a Brera, cosa che avvenne nel dicembre del 1872. 
              Con le mie ricerche per la monografia di Cesare Tallone, ho illuminato 
              un periodo della sua vita totalmente sconosciuto. Riporto percio 
              la lettera integrale inviata alla Pro.ssa Riva:
 
 21 settembre 2005
 Gentile Federica Riva, le affido, con la preghiera di menzionarmi 
              come fonte, una notizia assolutamente inedita, frutto di anni di 
              ricerche presso gli archivi di stato e delle curie. Questa notizia 
              esce per la prima volta nella monografia da me curata che ora e 
              in stampa e sara presentata allinizio del dicembre di 
              questo anno. Non lho inserita nel sito web per non correre 
              il rischio che qualcuno si appropiasse della mia fatica, ma mi sembra 
              giusto farla partecipe. Mi potra inviare un pdf con le schede 
              che immagino saranno in un catalogo della mostra e naturalmente, 
              se saro in tempo, verro a visitarla.
 Nelle ricerche documentali eseguite ex novo da me, sulle tracce 
              del padre di Cesare, Pietro Tallone,(nato a Pinerolo) ho scoperto 
              che, dopo la nomina di Capitano nella seconda guerra dindipendenza 
              del 1859, venne trasferito a Parma con il ruolo, dal 1860, di Capitano 
              relatore del Real collegio militare. Quindi la famiglia che durante 
              i mesi della guerra si reca ad Alessandria, lo raggiunge e vi risiede 
              per tre anni fino alla sua morte, avvenuta l11 giugno del 
              1863. A Parma nasce lultima sorella di Cesare, Maria Linda 
              il 2 marzo 1861, nel Real palazzo del giardino demaniale. Cesare( 
              Savona 11-8-1853-Milano 21-6-1919) quindi risiede a Parma dalleta 
              di 7 anni a 10 anni. (
) Posso aggiungere che la madre di Cesare, 
              Teresa Macario (nata ad Alessandria) era pianista e probabilmente 
              aveva istruito la figlia maggiore, Carlotta, nata nel 1850 a Pinerolo* 
              (se esistono archivi con gli allievi della scuola di musica di quegli 
              anni, puo controllare se figura il nome Tallone?) E 
              probabile che Tallone non avesse dimenticato del tutto quegli anni 
              e continuasse ad avere rapporti affettivi con la citta.Dalla 
              testimonianza scritta dal figlio Cesare Augusto(pianoforti Tallone)sappiamo 
              che il padre aveva un eccellente orecchio musicale e che divertiva 
              amici e figli accordando una scala armonica con bicchieri di cristallo 
              riempiti dacqua ed eseguiva melodie di Verdi, Donizetti 
              e Bizet. La stampa bergamasca parla della sua voce impostata 
              e profonda. Come lei riporta, la figlia Milini era concertista e 
              anche Ponina, pur autodidatta, aveva suscitato lammirazione 
              di Miecio Horszowski. (io lho ascoltata eseguire Mozart in 
              modo splendido alleta di 90anni!) Lamicizia di 
              Cesare Tallone con Arturo Toscanini e probabilmente precoce. 
              Come nel caso di tutti gli altri suoi amici,DAnnunzio, Sibilla 
              Aleramo, Sarfatti ecc, i figli continuano la frequentazione anche 
              con Toscanini. Alberto Tallone (stampatore) nella fine anni venti 
              fino al 1932 conduce una libreria antiquaria con Walter Toscanini, 
              Cesare Augusto(accordatore costruttore di pianoforti) ne ottiene 
              lammirazione e Guido Tallone (pittore) esegue a New York il 
              ritratto di Arturo Toscanini nel 1952 e alcuni bellissimi ritratti 
              a matita di Wanda Horowitz e Emanuela Castelbarco. All esposizione 
              dellAccademia Carrara del 1887, Cesare Tallone espone, insieme 
              ad altre opere, il Ritratto del signor Pizzi maestro di musica, 
              del quale la stampa bergamasca fa una breve descrizione elogiativa, 
              ma purtroppo del ritratto non si conosce lubicazione. In quegli 
              stessi anni (1886-1887, data desunta dallarticolo della Gazzetta 
              Provinciale di Bergamo del febbraio 1888 che li descrive nel suo 
              studio terminati) ritrae il tenore Francesco Pasini,( presso la 
              Galleria dArte Moderna di Brescia) , Amilcare Ponchielli, 
              probabilmente postumo, (di proprieta della Misericordia Maggiore, 
              ora pinacoteca del museo Donizettiano a Bergamo). Anche il ritratto 
              di Vincenzo Petrali,(sempre Museo Donizettiano) risale probabilmente 
              a quegli anni.Al Circolo artistico Bergamasco nel 1896 espone il 
              Ritratto del maestro Bertoletti, di cui non si conosce 
              la descrizione ne lubicazione, penso che si tratti di 
              un maestro di musica. Sapra usare, abbreviandole, le notizie 
              qui sopra.
 La notizia della residenza a Parma era sconosciuta persino dai figli 
              e quindi mi sento particolarmente orgogliosa di aver fatto questa 
              piccola e importante scoperta.
 Le chiedo percio ancora, di menzionarmi. Attendo le fotografie. 
              Gigliola Tallone
 
 *tra le sorelle accenno solo a Carlotta, primogenita e Maria Linda, 
              lultimogenita. La seconda sorella era Maria Natalina, nata 
              a Savona il giorno di Natale del 1855. Teresa Tallone Macario, pianista, 
              sposata nel 1846 con Pietro Tallone, torna alla sua citta 
              natale di Alessandria coi figli subito dopo la morte del marito, 
              nel 1863; Cesare Tallone quindi vi approda alleta di 
              dieci anni. Qui e molto probabile che la madre abbia insegnato 
              musica non solo ai figli, ma anche a giovani della citta (notare 
              il paesaggio tipico di Alessandria nel giovane suonatore di violino.) 
              Potrebbe esserci una relazione tra lo stesso collezionista parmense 
              Lodovico Gambara a lungo proprietario dei quadri, o i suoi ascendenti, 
              forse conoscenti diretti della madre di Cesare Tallone nel periodo 
              di Parma.
 
 
 E seguita la mia visita alla bellissima mostra che ricostrusce 
              il periodo del passaggio del Ducato di Parma al Regno Unito, dove 
              facevano mostra di se i due quadri giovanili di Tallone. La 
              visita del Real Palazzo dei giardini demaniali (Palazzo 
              Ducale Farnese) mi ha riempito di emozioni al pensiero che li 
              avesse abitato mio nonno ragazzino, e sempre li il bisnonno 
              Capitano Pietro Tallone, avesse perso la vita sotto i ferri del 
              chirurgo militare. Alla mostra ho ricevuto inmediatamente limpressione, 
              dalla visione dei ritratti coevi di altri autori, la importante 
              differenza della caratteristica innata del giovanissimo Tallone. 
              Qui ce vita e spontaneita, negli altri ritratti 
              ce posa studiata e pittura oleografica. Sappiamo la 
              potenza rappresentativa raggiunta da Tallone nelle sue opere alla 
              scuola del Bertini (1876-1879) a costo di quanto impegno, quanta 
              caparbieta e
 quanti premi e riconoscimenti, sin dal 
              primo anno di frequenza, 1872, ma la stoffa cera gia
.Gigliola 
              Tallone
 
 Con eccezione della notizia inedita qui riportata, albero genealogico 
              della famiglia Tallone, note, bibliografia e molto altro su Cesare 
              Tallone, Electa 2005
 
 FRATE CUOCO 
 ll Frate Cuoco Cesare Tallone, olio su tela, cm. 180x120Ritratto di commissione del Cav. G.Confalonieri di Milano, 1896
 Collezione privata, 2007
 Questo splendido dipinto non e mai stato esposto durante 
              la vita del pittore, fu invece ammirato nella mostra postuma di 
              Cesare Tallone della Real Accademia di Brera del 1921 e pubblicato 
              nel piccolo catalogo V. Bignami- C. Caversazzi del 1922, versione 
              leggermente ampliata e corredata di fotografie che succede al catalogo 
              del Bignami del 1921. Fu riprodotto anche sulla monografia di Cesare 
              Tallone della edizione dellEsame di Enrico Somare del 
              1945. In ambedue i libri il dipinto era riprodotto in bianco-nero. 
              Da allora non si ebbero piu notizie, tanto che io cito il 
              dipinto, nel testo e nelle note, nella mia monografia Gigliola Tallone, 
              Cesare Tallone, Electa 2005, senza pubblicare la fotografia, che 
              avrei voluto a colore e fatta ex novo. Purtroppo non ero riuscita 
              a rintracciare la sede del quadro.Lidea che Il signor Confalonieri avesse commissionato 
              un simile ritratto mi ha sempre incuriosita. Tallone era ambitissimo 
              dalla commissione come ritrattista, e sia a Bergamo che poi a Milano, 
              le richieste erano tante che il pittore doveva spesso rifiutare. 
              Tallone non era un pittore di genere ne ebbe mai mercanti 
              intermediari. Se alcuni paesaggi, fiori o ritratti gia eseguiti 
              vennero acquistati, come ad esempio La Massaia (ritratto della moglie 
              Eleonora in attesa del figlio Guido, 1894), comperato dallo stesso 
              Confalonieri, questo succedeva dopo lesecuzione avvenuta e 
              qui in particolare, dopo la Seconda Esposizione Triennale di Milano 
              del 1894, dove il dipinto risalto come un esempio altissimo 
              di realismo.
 Cesare Tallone esegui alcuni ritratti su commissione per terzi, 
              pochi certamente in confronto alla sua produzione, e solo di personaggi 
              defunti, la maggior parte su commissione dellOspedale Maggiore 
              di Milano. Pochi e spesso contro voglia, atteggiamento facilmente 
              intuibile per un artista che aveva bisogno di un modello vivo e 
              vegeto di cui magistralmente riportare somiglianza e psicologia. 
              La documentazione non manca. E spesso la moglie era costretta ad 
              intercedere con lettere per calmare i richiedenti irritati per il 
              ritardo della consegna.
 Ma questo Frate Cuoco e una storia a se. Essendo nota 
              la didascalia ritratto di commissione di.., mi chiedevo 
              se il personaggio ritratto fosse stato indicato dal committente 
              o scelto da Tallone. Sono percio felicissima di aver conosciuto 
              (ed essermi vivamente congratulata con lui) il compratore attuale, 
              il quale mi ha concesso gentilmente la documentazione di questo 
              specialissimo ritratto, che resta nei modi della commissione , un 
              esempio unico nella storia del pittore.
 Non si richiede solo un frate cuoco, ma un frate cuoco nella sua 
              cucina, e lo si vuole mentre parla e mostra i pesci pronti per essere 
              cucinati. In piu, il committente pretendeva che il cuoco parlasse 
              con un coltello in mano e che uno dei pesci fosse sbuzzato.
 Divertente e la risposta di Tallone riportata dalla paziente 
              moglie Eleonora in una lettera al segretario del Cav. Confalonieri, 
              il signor Guido Brasseur: Cesare(
)mi ha spiegato la 
              ragione per la quale non aveva potuto contentare interamente il 
              sig Confalonieri. Il frate, abbandonato per un momento il lavoro, 
              parla allegramente, se in una mano stringesse il coltello quella 
              mano, dice Cesare, non andrebbe daccordo col cervello
.
 Riporto sotto tutta la lettera anche per affetto verso mia nonna 
              Eleonora, la quale, pur avendo dal 1889 al 1896 messo al mondo gia 
              sette figli (dei quali due piccoli morti a pochi mesi) e fosse incinta 
              del figlio Ermanno che nascera nellagosto 1896, trovava 
              il tempo per collaborare col marito e corrispondere coi suoi commitenti!
 Un altro documento svela che il modello per il Frate cuoco 
              venne cercato e trovato da Cesare Tallone che lo considerava il 
              candidato perfetto. La moglie Eleonora scrive da Bergamo il 30 maggio 
              1895  ...ha finalmente trovato luomo che Dio fece per 
              rappresentare il frate cuoco
 
 Il Frate cuoco e un esempio della superba padronanza 
              di Tallone di un vastissimo bagaglio tecnico e culturale, che richiamava 
              secondo la personalita della persona che gli stava di fronte 
              in carne ed ossa. Qui il ritratto ricorda la pittura fiamminga, 
              che tutta la complessione della figura e del volto del rubicondo 
              frate suggerisce. La straordinaria natura morta, (che 
              meglio sarebbe chiamare natura viva) dove si percepisce 
              lumidore di quei pesci che sembrano ancora respirare le ultime 
              boccate daria, e esempio di maestria che supera la collocazione 
              nel tempo.
 IL dipinto Frate cuoco era stato offerto dal Confalonieri per essere 
              inviato a Roma nel 1899, dove la commissione per la cattedra vacante 
              di Pittura e del nudo di Brera si riuniva per scegliere il nuovo 
              candidato. Tallone volle a tutti i costi, con lettere, telegrammi 
              e intercessioni di importanti conoscenti, che il Cav. Confalonieri 
              inviasse invece laltro ritratto di sua proprieta, La 
              massaia. Il povero segretario Brasseur scrive in una lettera al 
              cavaliere il suo imbarazzo, ma Tallone riesce a convincere il proprietario 
              a spedire a Roma il quadro scelto da lui, appunto La massaia.
 Cesare Tallone vincera il concorso e reggera la cattedra 
              di Brera dal 1899 al 1919, lanno della sua morte.
 Il 1907 il Cav. Confalonieri donera La massaia alla Civica 
              Galleria dArte Moderna di Milano, galleria per la cui costituzione 
              Cesare Tallone era stato chiamato come membro della Commissione 
              di Brera nel 1902. Il dipinto oggi si trova esposto.
 Il Frate Cuoco rimase probabilmente nella collezione privata originale 
              fino a poco, ed ora e collocato presso un ammiratore che non 
              e un esperto darte ne collezionista, ma e 
              stato tanto impressionato dal dipinto da innamorarsene fulmineamente 
              e volerlo per se. E il Frate cuoco continua a raccontare per 
              lui i segreti della sua cucina.
 Cesare Tallone nellAldila sara contento
 Gigliola Tallone, febbraio 2007
 
 Per ampia documentazione su Cesare Tallone Gigliola Tallone, Cesare 
              Tallone, Electa 2005
 
 Lettera di Eleonora Tango Tallone moglie del pittore a Guido 
              Brasseur segretario del Cav. G. Confalonieri, Bergamo. 24-4-1896
    
 
  Cesare Tallone, La Massaia (la moglie 
            del pittore), 1894, olio su tela. cm 205 x 88, Milano, Civica 
            Galleria d'Arte Moderna
 Gigliola Tallone, Electa, 2005, pagina 103
 
 
 
 Edmondo Maria Virga (nato a Milano il 7 Aprile 1887) Allievo privato di Cesare Tallone all’Accademia di Brera
 
  Edmondo Maria Virga coscritto cavalleria 1915 circa
 
 
 Edmondo Maria Virga era allievo privato nello studio di Cesare Tallone all’Accademia di Brera, intorno al 1903, come mi segnala Sandro Podestá, nipote per parte di madre. Se il gentile discendente non mi avesse inviato sue notizie, sarebbe stato uno dei molti allievi privati di Tallone senza nome. Di questo numeroso stuolo di allievi, alcuni sono noti, basti pensare a Giuseppe Pellizza da Volpedo, allievo privato alla Carrara di Bergamo. Altri hanno avuto in passato fugaci menzioni, come Emma Nessi, della quale ho pubblicato di recente la fotografia nel sito “Chi l’ha visto Arte”; mi é noto poi, per la stretta amicizia con la mia famiglia, l’architetto Paolo Candiani, (Busto Arsizio 23.8.1897-Gorla Maggiore 10.8.1981) allievo nello studio di Tallone di Corso Garibaldi il 1912, anno in cui lo studio all’interno dell’Accademia non é piú disponibile, con grande dolore di Tallone, che amava continuare la tradizione dell’Accademia, nella continuitá con il suo maestro Giuseppe Bertini. (testo e note Gigliola Tallone, Cesare Tallone, Electa 2005).Sono perció grata al nipote per avermi segnalato il nome di Virga e la inedita notizia della copia del dipinto del suo maestro Tallone “Massaia”, nota opera qui sopra riprodotta. Molte volte mi sono chiesta quale sia stato il destino degli “allievi privati”: in queste parole di Sandro Podestá, che riporto volentieri, si deduce che la vita spesso ha imposto altre svolte, allontanando quei giovani entusiasti di ante Guerra Mondiale dalla pittura come professione, non dalla pittura come passione.
 Gigliola Tallone   Gennaio 2011
 “Casualmente visitando il sito internet da Lei gestito e dedicato al suo celebre avo mi sono ricordato, io giovinetto, di quanto mio nonno materno Edmondo Maria Virga mi raccontava avendo in gioventù avuto, quale grande maestro all'accademia di Brera, giustappunto Cesare Tallone.A questo proposito vorrei segnalarLe di essere possessore di una copia ad olio della celebre "Massaia" eseguita dal mio nonno nel ricordo di fedeltà al suo maestro: e mi è caro con una punta di malinconica emozione, credendo di fare cosa gradita , inviarLe la riproduzione fotografica di questo quadro.
 Posso anche aggiungere che nell'escursus successivo della sua opera fu anche coinvolto come scenografo al teatro La Scala di Milano, ma non potrei ulteriormente delucidare poichè si stava delineando la grande tragedia della I^ guerra mondiale e mio nonno fu arruolato nel "Genova" cavalleria interrompendo la sua attività artistica e successivamente la sorte impegnandolo nella lotta della vita familiare quotidiana che lo spinse a trovare altrove la fonte del suo sostentamento.
 Non abbandonò comunque lo stato artistico che mi è testimoniato da vari dipinti elaborati per svago e rimastimi dalla famiglia.”
 Sandro Podestà
  Edmondo Maria Virga, copia del dipinto “Massaia” di Cesare Tallone, olio su compensato, cm 96x53.
 
 
 
 
 UNA SCOPERTA ENTUSIASMANTE: IL RITRATTO DI CESARE 
              TALLONE ALLAMICO FILIBERTO PETITI
 
 
   
 Cesare Tallone, Ritratto di Filiberto Petiti
 olio su tela, cm. 81 X 56.5, 1880-1883, coll. priv.
 Retro: Dichiaro che questo ritratto e opera di mio fratello 
              Cesare Tallone. In fede Giuseppina Tallone ved. Scribante
 
  
 
 Quando gli esperti dellasta Sothebys mi hanno mostrato 
              il ritratto, ho fatto un salto di gioia: mi ero occupata molto di 
              Filiberto Petiti, e solo io so quale sia stata limpresa per 
              trovare notizie documentali certe.
 Ora che il dipinto e stato acquisito da un intelligente collezionista, 
              partecipo con entusiasmo la notizia agli amici del sito Chi lha 
              trovato arte .
 Questo personaggio mi ha intrigato fin dal principio, poiche 
              veniva riportato da Antonio Mancini nei suoi Diari come 
              parente romano di Cesare Tallone.
 Riporto il sunto della copia dellatto integrale di nascita: 
              Filberto Petiti nato a Torino il 14-11-1845, figlio di Giuseppe 
              e Giuseppina Chiarando. Padrino sua Eccellenza conte Avogadro di 
              Colobiano, gentiluomo di camera di professione S.M. la Regina Maria 
              Cristina...
 Le mie ricerche quindi smentiscono lamico Mancini.
 Filiberto era avviato, come il padre, alla carriera nella pubblica 
              amministrazione e per questo trasferito a Firenze nel 1867 come 
              funzionario dei Beni Demaniali.
 La sua passione pero, osteggiata in famiglia, era la pittura, 
              e a questa attendeva nel tempo libero, tanto che fu definito dai 
              pittori della sua cerchia Il pittore della domenica 
              .
 Frequenta lambiente dei Macchiaioli e nel 1873 ottiene un 
              importante riconoscimento alla Promotrice Fiorentina. Trasferitosi 
              a Roma il 1874, Filiberto lascia il suo impiego e si dedica solo 
              alla pittura e allacquarello, della cui tecnica fu uno dei 
              piu raffinati esecutori. Entra nel gruppo artistico dei XXV 
              della Campagna Romana, inseme a Duilio Cambellotti, Giulio 
              Aristide Sartorio, Adalberto Cencetti, Giuseppe Trabacchi
gruppo 
              che ebbe molti piu che 25 accoliti.
 Dal 1878 fa parte dellassociazione degli Acquarellisti di 
              Roma, fondata nel 1875 da Ettore Roesler Franz, Raimondo Tusquets, 
              Vincenzo Cabianca e molti altri.
 Partecipa allEsposizione Nazionale e internazionale di 
              Roma del 1883. Il critico Primo Levi LItalico 
              scrisse a proposito degli acquarellisti  Abbiamo oggi in 
              Italia, e dellItalia piu specialmente a Roma, Acquarellisti 
              di una forza e una fecondita, che ogni altro periodo, ogni 
              altro paese, potrebbe invidiarci
 Alla stessa mostra debuttava Cesare Tallone, che venne acclamato 
              ritrattista tale da far epoca, come scrisse il Levi, 
              ed ebbe il plauso della critica, della commissione e del pubblico. 
              Il Ritratto del signor Bernasconi Luigi fu acquistato 
              dal Ministero della Pubblica Istruzione per liperbolica cifra 
              di L.6000.
 
 
 
   
 Cesare Tallone, Ritratto del signor Bernasconi Luigi, 1882 circa, 
              olio su tela, cm120 X 78,5, firmato B/D Tallone C., Roma, Galleria 
              Nazionale dArte Moderna.
 Pubblicato in Gigliola Tallone, Cesare Tallone, Electa 2005
 
 
 Piemontesi ambedue, Tallone a Roma stringe amicizia particolarmente 
              con i suoi conterranei, oltre che il Petiti, Giacomo Grosso e Lorenzo 
              Delleani.
 Il Petiti e probabilmente lamico che introduce Tallone 
              nella famiglia Tango, dove conosce la sua futura moglie Eleonora. 
              Al matrimonio, celebrato a Roma il 18-4-1888, Filiberto e 
              il testimone. Il recentissimo ritrovamento delle lettere della famiglia 
              Tango, posteriore alluscita del mio libro, conferma la frequentazione 
              con la famiglia Petiti.
 La prerogativa talloniana di unire scioltezza e rigore, e 
              presente in modo superbo in questo ritratto di Filiberto Petiti, 
              cosi come scrive Primo Levi nel 1883, a proposito del ritratto 
              di Bernasconi esposto a Roma: Tallone ha di Cremona compreso 
              perfettamente lo spirito, e ne raggiunge completamente lo scopo, 
              pur gettando limpronta di una potente originalita
 Tallone quindi ha unito la lunga e feconda esperienza accademica 
              di Brera (1872-1879) con quella della Famiglia Artistica che ha 
              frequentato parallelamente, e ha inventato un suo stile personalissimo, 
              conciliando il grande bagaglio culturale derivato dallosservazione 
              dellantico con lespressione moderna della pennellata 
              sicura, sciolta e vibrante di luce. Incurante di ogni particolare 
              che potrebbe disturbare linsieme, concentra il fuoco del dipinto 
              al volto dellamico, assorto mentre dipinge.
 
 
   
 Cesare Tallone, Ritratto della sorella del pittore Giuseppina 
              Tallone in Scribante in costume di Ciociara (particolare), 1885-1887, 
              olio su tela, non firmato, cm. 218 X 130, prov. gia coll Gregorini, 
              gia Finarte.
 pubblicato in Cesare Tallone, Electa 2005
 
 
 Giuseppina Natalina Tallone, di due anni maggiore del fratello Cesare, 
              nata a Savona il giorno di Natale del 1855, aveva sposato Giovanni 
              Scribante, che allepoca del matrimonio ad Alessandria, il 
              24 settembre 1874, era scrivano locale presso la direzione 
              territoriale dArtiglieria. Dal 1881 erano residenti 
              a Roma in Viale Castro Pretorio,28.
 Questo dipinto reca la firma sul retro della sorella di Tallone, 
              ritratta da lui due volte nelle vesti di una Ciociara. Mi e 
              caro ritrovare la sua calligrafia, che si ricongiunge alla calligrafia 
              del marito, ammiratore del cognato Cesare Tallone fin negli anni 
              accademici a Brera, in alcune lettere del fondo dei discendenti 
              di Domenico Boratto, antico benefattore alessandrino del giovane 
              Tallone, e mi raccontano una storia di affetti e darte.
 
 Nota. AllAsta Sothebys e stato presentato 
              anche il ritratto di Enrico Petiti, figlio di Filiberto, da me autenticato 
              e datato 1890 circa, dipinto anchesso recante sul retro la 
              scritta autografa di Giuseppina Tallone Scribante. Ho avuto quindi 
              loccasione di contattare i discendenti Petiti. E stima e amicizia 
              antica continuano
 
 Piu notizie di Filiberto Petiti nel testo e note in 
              Gigliola Tallone, Cesare Tallone, Electa 
              2005.
 
 
 
 UN MAGNIFICO RITORNO
  
 Ritratto del pittore Cesare Maironi, 1886 / n. arch. 0022Olio su tela
 Cm. 225 x 125
 Firmato b/d Tallone C.
 Con grande entusiasmo e in nome di mio nonno dal paradiso dei pittori, mi congratulo della generosa idea del dott. Sergio Arnoldi che ha voluto donare, in memoria di suo padre, al Comune di Bergamo e la sua Accademia Carrara, un’opera così importante e rappresentativa del grande e indimenticabile maestro che seppe influenzare più generazioni di pittori. Ammiro questo gesto encomiabile di un privato cittadino amante della cultura e l’arte che ha salvato dalla dispersione del mercato un’opera eccelsa, permettendole di divenire patrimonio di molti in quell’Accademia bergamasca indissolubilmente legata al nome di Cesare Tallone. L’opera, rimasta nel silenzio per decenni, e’ ora da me archiviata insieme alle opere inedite, salite alla luce dopo l’uscita della monografia Gigliola Tallone, Cesare Tallone, Electa 2005 Cesare Maironi (Bergamo 4 giugno1824-1891) fu pittore e scultore. Tra le sue opere gli affreschi della Chiesa delle Grazie e della sala dell’antico consiglio comunale, fu amico di Carnovali detto il Piccio, e il fratello Alberto fu anch’esso pittore.L’imponente e fiera figura dell’anziano pittore bergamasco sembra indicarci le simpatie caratteriali di Tallone. Fu probabilmente attraverso Cesare Maironi che Tallone conobbe e divenne amico del fratello Federico, assertore battagliero degli ideali socialisti, dei quali fu apostolo Emilio Gallavresi e organizzatore Guglielmo Davoglio, cognato di Cesare Tallone, insieme all’avvocato Alessandro Tiraboschi, il cui ritratto, eseguito da Tallone, fa parte della collezione dell’Accademia Carrara di Bergamo*.
 Il ritratto, col titolo “Ritratto del sig. Maironi, commissione” fu esposto all’Esposizione della Reale Accademia di Belle Arti in Milano, l’estate 1886.
 La potenza espressiva, la vitalità della figura e l’energia delle masse decretano l’indiscutibile supremazia di Tallone nel ritratto a grandezza naturale.
 Eseguito a un anno dalla conquista della Cattedra di Pittura e del Nudo della Carrara, Tallone volle anche mostrare ai suoi allievi, nella sua scuola speciale impostata come una bottega rinascimentale, come per affrontare il ritratto si dovesse saper riprodurre la figura nelle dimensioni originali. La forza del disegno nasce da questo concetto, derivato dai suoi studi degli antichi maestri. Chi sa disegnare in grande, potrà essere altrettanto sicuro nelle piccole dimensioni, mentre non è possibile il contrario. Giuseppe Pelizza da Volpedo, suo allievo privato alla Carrara,  dirà di Tallone “delle regole del buon disegno e della maschia pittura fu l’unico fra i mei maestri”.
 * Tallone ritrasse anche moglie e figlia di Emilio Gallavresi, “Maria Gallavresi bambina con la madre”, il ritratto appartiene all’Accademia Carrara. Il ritratto di Guglielmo Davoglio e’ ancora di proprieta’ sconosciuta.Quale curiosita’ supplementare, segnalo che la magnifica cornice, per similitudine con altre da me studiate, era tra quelle che Tallone incaricava all’amico e collega a Brera Giuseppe Mentessi, che ne progettava il  disegno.
 
 
 Mostre e pubblicazioni Ritratto del sig. Maironi Esposizione Reale Accademia di Belle Arti in Milano 1886 Il pittore Cesare MaironiV. Bignami, C. Caversazzi, Cesare Tallone,  R. Accademia di Brera, Istituto Italiano d’arti Grafiche, Bergamo 1922 Pag. 52 (1) esposto nella mostra postuma, Brera, 1921
 Ritratto del pittore Cesare Maironi A. Mensi, R. Scaglia, Mostra degli artisti alessandrini dell’Ottocento, Alessandria 1940
 elenco opere n.86
 Il pittore Cesare MaironiCat. E. Somarè, Tallone, ed. dell’Esame, Milano 1945
 tavola 37
 
 
 Bibliografia.  Arch. Acc. Brera, Cat. Uff. delle Esposizioni Edoardo Sonzogno ed. 1886; V.Bignami, C. Caversazzi, Cesare Tallone, Reale Accademia di Brera, Bergamo Istituto Italiano d’Arti Grafiche, 1922; E. Somarè, Storia dei pittori italiani dell’Ottocento ed. dell’Esame, Milano 1928; Enea Tallone, Il periodo bergamasco di Cesare Tallone, grande pittore moderno, Eco di Bergamo 3-9-1936;  E. Somarè, Tallone, ed dell’Esame, Milano 1945; Gigliola Tallone, Cesare Tallone, Electa 2005; per notizie biografiche di Cesare Maironi, Cfr. Belotti 1959,VI p. 495. Gigliola Tallone curatrice dell’Archivio Tallone, gennaio 2009.    
 Uno sconosciuto che assomiglia a Michetti?
 
  
 Cesare Tallone, Ritratto d’uomo con cappello e occhialiOlio su cartone, cm. 35 X 26, 1883 circa. Coll.priv.
   Appena visto questo ritratto inedito, mi è parso di riconoscere fattezze note che mi hanno indotta, spinta dall’entusiasmo, a una breve ricerca di fotografie di amici pittori di Tallone. Infine ho ravvisato una forte somiglianza con Francesco Paolo Michetti, la cui conoscenza a Roma, tra il 1882 e 1883, si adatta alla datazione del dipinto. Devo subito qui dire che, attraverso un gentile intermediario, la fotografia è stata mostrata ai discendenti del pittore, che non hanno ravvisato la somiglianza del loro antenato Michetti col ritratto di Cesare Tallone.
 Inchinandomi al verdetto, resta però la curiosità di un personaggio tanto somigliante all’amico Michetti, ritratto da Tallone negli anni della loro conoscenza. Un sosia?.
 Il “periodo romano” deve riferirsi alla partecipazione di Cesare Tallone all’Esposizione Nazionale e Internazionale di Roma, del gennaio 1883, alla quale parteciparono, tra altri, lo stesso Michetti, oltre che, tra gli amici di Tallone, Filiberto Petiti (vedi sopra nel sito web),  Giacomo Grosso, Ambrogio Raffaele, Giacomo Albè, tutti e quattro ritratti da Tallone in quegli anni.
 L’opera mostra la scioltezza tipica di Tallone nel ritrarre gli amici e parenti, fuori da commissione: impressioni rapide che catturano fisionomia e carattere della persona ritratta, opere esattamente concluse però, con la determinazione di poche pennellate decisive. Anche la firma- con la T corsiva maiuscola arrotondata e le lettere ordinate, con la coda della “e” finale che sottolinea il cognome- conferma la datazione.
 E, visto che Michetti o non Michetti, di questo stiamo trattando, diro’ che tale era l’ammirazione per le opere di Michetti, che Tallone portò - non senza scandalo in Accademia- alcune “teste” dell’amico da far copiare ai suoi allievi alla Carrara, e un allievo, Rinaldo, fece in accademia una copia della “Testa di fanciulla” datata 1883, che Tallone aveva portato con sè  da Roma.
 Ebbe molte altre occasioni per frequentare Michetti, essendo Tallone di casa a Roma, incaricato di molti ritratti su commissione dopo il successo dell’esposizione, tra l’83 e l’85, e ancora per periodi posteriori, inframmezzati all’insegnamento alla Carrara, la cui cattedra aveva vinto il 1885. Un’altra non indifferente ragione per frequentare la capitale, era la fidanzata Eleonora Tango, che sposerà il 1888 a Roma. Inoltre l’amico intimo Filiberto Petiti, ormai romano d’adozione, e futuro testimone di nozze di Cesare, era introdotto in quell’ambiente artistico, e a lui si deve la presentazione della famiglia Tango: Vincenzo Tango, napoletano, erudito autore di testi giuridici, procuratore della Corte di Conti, padre della futura sposa, pittore per diletto e appassionato d’arte, la cui casa romana era aperta ai giovani artisti e intellettuali partenopei; e il fratello Giuseppe Tango, ingegnere e pittore, presente anche lui alla mostra di Roma. Aggiungiamo l’intimo amico di Cesare, Guido Boggiani- della cui frequentazione con Michetti è risaputo- a Roma insieme a Tallone, anche lui espositore alla mostra e proprietario dello studio prestato a  Mancini.
 Più avanti, nella stessa giuria per il concorso di Brera il 1899, che vede ancora Tallone vincitore, farà parte anche Francesco Paolo Michetti.
 Resta la consolazione di un bel ritratto inedito a cui manca il nome del personaggio, ritratto che dovrà accontentarsi del sottotitolo “uno sconosciuto che assomiglia a Michetti”. Peccato.
 Rifer. e note Cfr.Gigliola Tallone, Cesare Tallone, Electa 2005Gigliola Tallone curatrice dell’Archivio Tallone
 info@archiviotallone.com
 Gennaio 2009
 
 UN  INEDITO  E SUPERBO RITRATTO DI SIGNORA
 
 
 
  
 Cesare Tallone, Signora di profilo con cappellino, olio su tela, cm. 55x40, firmato b/d CT, anni 1880 -1884
 
 
 Questo intenso ritratto, appartenuto allo stessa famiglia milanese fin da prima degli anni’20, si unisce alla trentina di ritratti da me archiviati dopo la pubblicazione del libro (Gigliola Tallone, Cesare Tallone, Electa 2005).La straordinaria semplificazione della pittura di Cesare Tallone è qui preclaramente rappresentata.
 Il bel volto di profilo riceve ed è avvolto dalla luce dorata dello sfondo, mentre tutto il resto, il cappellino e la veste, rimane come controluce, con i neri appena vibrati. Nessun orpello, tanto abusato nella pittura post post impressionista di quegli anni, solo luce e volumi, solo lo sguardo intenso, solo la personalità della signora in posa, che ci viene tramandata fino ad oggi.
 Marzo 2011 Gigliola Tallone   
 Volto di giovane ispirato 
 
 Cesare Tallone, Volto di giovane ispirato, olio su tela, cm 44 x 36, 1895 circa. Coll. priv.
 Inedito splendido ritratto che si aggiunge alla piccola schiera di trenta opere catalogate dopo il mio libro Cesare Tallone, Electa 2005. Senza firma e senza data, si può approssimare il periodo, in mancanza di altri documenti, intorno al 1895. Il ritratto fu regalato da Cesare Tallone all’amico e collega Giuseppe Carnelli di Bergamo. Sul retro è incollato l’appunto “questo dipinto per tradizione famigliare fu regalato all’amico pittore Cesare Tallone in cambio dell’ospitalità ricevuta”.Superfluo per stabilire l’autenticità del ritratto, così palesemente autentico, è però utile a stabilire una data approssimativa e il luogo certo: Bergamo. Giuseppe Carnelli (Bergamo 1838-1909) fu iscritto all’Accademia Carrara dal 1850 al 1860, e venne riammesso il 1863 per interessamento dello Scuri, suo maestro. Saranno iscritti anche i figli Dante e Francesco. Come nella tradizione della Cattedra guidata dallo Scuri, anche il Carnelli si dedicò prevalentemente ai dipinti di soggetti religiosi e fu noto autore di molti affreschi e decorazioni. Per più ampie notizie su questo pittore si può ricorrere alla lettura della biografia Treccani riportata sul web.
 Qui interessa il dono di Cesare Tallone, riconoscente per l’ospitalità del Carnelli, durante uno dei numerosi traslochi (ne ho contati almeno 7) per la grande famiglia che si allargava, con un figlio all’anno dal 1889. Peccato non conoscere il nome del giovane ritratto...
 Posso azzardare che sia un suo allievo alla Carrara, forse in posa “ispirata” con gli occhi rivolti verso l’alto, come esempio di scuola dello studio dell’espressione.
 Tallone spesso dipingeva insieme agli allievi, come è ampiamente riportato, in specie da Pellizza da Volpedo, che annotava ogni parola di Tallone alle lezioni. Documenti fotografici preziosi si possono vedere nel libro “Pellizza e la fotografia, il fondo fotografico, Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, 2007”. La stessa moglie parla, in una lettera alla madre del marzo 1890, del ritratto a un suo allievo, “un certo Lombardi”, specificando che il marito ha molte commissioni ma preferisce ritrarre “per niente”. Questi ritratti estemporanei possono essere stati eseguiti più volte. Nel caso del ritratto in esame, potrebbe trattarsi di un allievo privato in Accademia, come il Pellizza. Del resto anche il magnifico ritratto al tenente Buffa, suo allievo privato, viene eseguito alla Carrara (1892 circa). Infine, dallo studio di quegli anni, propenderei per una datazione tra il 1895 e la fine della Cattedra di pittura alla Carrara, il 1898.
 Gigliola Tallone Aprile 2011.
   
 
 Work in progress
 
              
 |